Campania, la cultura di tutti

Editoria: il fermento culturale in Campania e la necessità di un riordino che non garantisca solo i garantiti

“Editoria, tre proposte a De Luca” è il titolo di una sollecitazione al Presidente della Regione Campania di Rosario Esposito La Rossa, direttore editoriale della Marotta&Cafiero, comparsa sulla pagina delle Idee di Repubblica Napoli dell’11 ottobre sorso. Tre idee interessanti sulle quali voglio dare il mio modesto contributo, anche perché sul suo profilo social, lo stesso Rosario invita ad aprire un dibattito sull’argomento.

Intanto una prima osservazione: Rosario connota geograficamente la sua come la casa editrice di Scampia, come se avere la sede in uno dei quartieri più degradati della città di Napoli consentisse un elemento di garanzia editoriale. Sono convinto che non sia il luogo (anche se lavorare intorno alla cultura a Scampia o in luoghi analoghi è certamente un’impresa coraggiosa), ma l’intelligenza e le capacità imprenditoriali (caratteristiche che in Rosario riconosco da sempre) di chi la dirige a fare la differenza.

Ma veniamo ai temi proposti nella sua sollecitazione al Presidente della Regione Vincenzo De Luca. Mi intrometto nelle questioni poste da Rosario sull’editoria campana come Direttore Editoriale di Terra Somnia Editore, ma prima ancora come “scrittore”, che sulle vicende campane ha pubblicato una decina di libri (uno dei quali è divenuto film per Rai 1, senza mai farmi la benché minima pubblicità), ma soprattutto come lettore.

Si potrebbe eccepire, a buona ragione, che il mio entrare in questa discussione sullo stato dell’editoria in Campania avverrebbe senza averne titolo, in quanto la casa editrice nella quale ho un modesto ruolo è una casa editrice che ha sede in Puglia. Potrei essere, quindi considerato un intruso, ma non tanto, in questo dibattito. Infatti, se è vero che Terra Somnia ha stabilito la sua sede legale in Salento è anche vero che questa è stata una scelta che ha delle profonde e ben precise ragioni ideali: uno dei quattro soci è salentino e non è un salentino qualsiasi, bensì il fratello del ben più noto Antonio Montinaro, l’Agente, capo scorta del Giudice Giovanni Falcone, caduto a Capaci il 23 maggio del 1982 con Francesca Morvillo e i suoi colleghi Vito Schifani e Rocco Dicillo. Per volontà di Brizio, la nostra piccola realtà editoriale l’abbiamo dedicata al fratello Antonio e, senza attribuirci nessun marchio, non potevamo, quindi, non stabilirne la sede proprio in quella terra del Sud da dove Antonio era partito per andare a morire per tutti noi Italiani, Campani compresi. Tuttavia, noi di Terra Somnia, ci sentiamo anche Campani viviamo (tre dei quattro soci fondatori siamo residenti in Campania), scriviamo, leggiamo e pubblichiamo in Campania e la nostra sede operativa è a Caserta, tanto che amiamo definirci la casa editrice del Salento, con il cuore che batte in Campania.

Precisato questo, mi inserisco, in punta di piedi, nella interessante riflessione sollecitata da Rosario e con la quale, con alcuni distinguo, sono perfettamente allineato. Rosario parla di fermento culturale in Campania e questo è abbastanza evidente. Parla di imprese culturali e noi che siamo coetanei della pandemia, con i nostri quattordici libri pubblicati in soli tre anni di attività, con un modesto captale sociale di partenza, siamo già stati considerati più che un’impresa economica, un’impresa culturale, come ci ha definiti l’Assessore alla Cultura della Città di Caserta. E l’assessore Enzo Battarra non ci ha definiti così sol perché è nostro amico di lunga data, ma perché ha potuto constatare, toccare con mano, il nostro essere impresa culturale non solo per il Salento, ma anche per la Campania, per l’Italia e finanche per l’estero. Sì, finanche per l’estero, per aver allargato i nostri orizzonti, i nostri confini alla sfera culturale dei Paesi che si affacciano sulla sponda Sud del Mediterraneo: Siria e Turchia, traducendo ben due scrittori Siriani, uno Curdo, mentre con le prossime pubblicazioni stiamo per affacciarci nei Paesi Africani. Con Sabbia – Afghanistan rewind di Piero Rossano, abbiamo raccontato storie ambientate negli Emirati Arabi, tenendo al centro lo sfruttamento in quei Paesi dei ragazzi Afghani. Ad un anno dalla nostra costituzione, la rivista Internazionale ha ritenuto uno dei nostri libri (Libertà, scritto dal dissidente siriano, Yassin Al al-Haj Saleh - considerato la coscienza critica della Siria – e tradotto dall’arabo dalla professoressa Monica Ruocco), uno dei migliori libri del 2021. La partecipazione del nostro autore al Festival di Internazionale a Ferrara, ha visto, per ben due occasioni, tanti giovani interessati alle sue analisi sugli scenari sociopolitici e strategici dei paesi del Mediterraneo, prendere letteralmente d’assalto il teatro Apollo della città degli Estensi. La rivoluzione in Siria, con i suoi sommovimenti e l’occupazione jihadista e la conseguente guerra civile, che noi in Italia non abbiamo visto, perché non ce l’hanno voluta far vedere, il dramma di un popolo costretto a scappare dal proprio paese attraverso il Mediterraneo in tempesta, lo abbiamo raccontato ne Il viaggio di Mariam, un romanzo scritto dal professore Siriano Mahmoud Hasan Al-Jasim e tradotto dall’arabo dalla giovane Greta Sala. Abbiamo dato voce alla letteratura Curda ed in particolare alle sofferenze delle donne del popolo Curdo, attraverso le poesie di Ebem Hasan Huseyin che Fabrizia Vazzana ha tradotto dalla lingua turca.

Siamo andati indietro nel tempo, raccontando il dramma della deportazione degli Ebrei in Francia nel 1942, traducendo, ad opera di Doria Sannino, il romanzo Passage de la Vie del novantaduenne Daniel Goldemberg, uno dei principali protagonisti della letteratura e della vita culturale francese. Per non parlare della collana sulla legalità che in particolare affronta la narrazione del dramma delle vittime innocenti della criminalità in Campania e in Italia, tanto da trovare spazio nelle iniziative a margine di Procida Capitale della Cultura 2022.

I nostri libri, riconosciuti in importanti premi letterari (il 20 ottobre saremo presso l’ambasciata Afghana in Italia con Sabbia, mentre il 24 saremo premiati al Premio Tulliola Filippelli presso il Senato della Repubblica con Il viaggio di Mariam), sono distribuiti e venduti in tutta Italia. Con il ricavato delle vendite – anche in tanti saloni del libro in Italia - certamente non ci arricchiamo, ma riusciamo ad essere autosufficienti, senza dover intaccare il seppur minimo capitale inziale. Il nostro valore, quindi, senza alcun aiuto pubblico e senza ricorrere alle pubblicazioni a pagamento, è il solo ed esclusivo valore culturale a cui fa riferimento Rosario nella sua riflessione.

Fatta questa lunga, ma necessaria, panoramica su chi siamo e cosa facciamo, vorrei dire due parole sulle tre proposte che Rosario indica al Presidente della Regione che a quanto apprendiamo dalla stampa sarebbero state, almeno in parte, già accolte da De Luca.

Rosario Esposito La Rossa, in primo luogo suggerisce a De Luca di portare la Regione Campania al Salone del Libro di Torino come ospite d’onore. Proposta che a quanto si legge dalla risposta comparsa oggi sul quotidiano Repubblica, sarebbe già stata accolta e sarebbero in corso interlocuzioni con lo stesso Salone di Torino. Staremo a vedere se la Regione sarà a Torino con i suoi editori, così come è stato l’anno scorso per gli editori pugliesi o se la Regione intende installare, come al recente Campania Libri Festival, un grande stand per distribuire locandine, brochure e alcuni libri gratis.

Poi Rosario si sofferma sulla Legge 13/2013, la legge sull’editoria in Campania, chiedendo – tra le altre cose - un aumento degli stanziamenti e una più equa distribuzione di essi, sottolineando che la metà della dotazione annuale viene impiegata per finanziare il Campania Libri Festival (del cui risultato ne ho scritto di recente su queste pagine), auspicando l’istituzione di un Centro di documentazione sull’attività editoriale. A tal proposito, mi permetto di evidenziare che altre leggi regionali prevedevano l’istituzione di analoghi Centri di documentazione che sono diventati luoghi di interessi privatistici o sono sistematicamente falliti, come il Centro di documentazione contro la camorra. Facciamo, quindi, attenzione che al di là delle buone intenzioni prefissate alcuni organismi potrebbero, se non ben gestiti, essere snaturati dalle loro effettive funzioni.

Come terzo punto, Rosario pone l’idea di immaginare l’istituzione di un delegato regionale per l’editoria. No, caro Rosario, su questo punto non mi trovi concorde. Tu sai bene che qui non siamo né in Friuli Venezia Giulia e neanche in Emilia Romagna. Qui, per l’esperienza che ho, temo che il delegato finirebbe per fare solo i propri interessi. Secondo il mio personalissimo parere non dovrebbe essere un delegato in solitaria a fare gli interessi degli editori e dell’editoria in generale, ma gli organismi che li rappresentano. Intanto, sempre dalle notizie comparse oggi sulla stampa, il nostro editore di Scampia è stato convocato dal Presidente De Luca. Rosario, ti faccio i miei complimenti, ma ricordati che non sei solo e che è necessario un riordino complessivo che non garantisca solo i garantiti o chi ha più mezzi a disposizione.

Paolo Miggiano – Direttore Editoriale Terra Somnia Editore

Al Campania Libri Festival “È tempo di orientarsi”, è anche “Tempo di Librarsi”, ma forse sarebbe meglio organizzarsi

“È tempo di orientarti”, è stato uno degli slogan del Campania Libri Festival, il salone del libro che si è svolto dal 5 all’8 ottobre 2023. Un salone del libro - il terzo dopo il Napoli Città Libro Salone del Libro di Napoli dello scorso aprile alla Stazione Marittima e il Ricomincio dai Libri di una decina di giorni fa all’Archivio di Stato di Napoli – al quale hanno aderito, tra editori, librerie e enti istituzionali, un centinaio di espositori.

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Echi lontani – Voci per Nina e Antonio: lo spazio di memoria di Polizia e Democrazia

Echi lontani è nella pagina della “Memoria” di Polizia e Democrazia del mese di gennaio 2023, il periodico fondato da Franco Fedeli.

Franco Fedeli fu il primo a comprendere la necessità di avere, in un Paese civile, una Polizia Democratica e negli anni Settanta coinvolse molti poliziotti come me in una battaglia per la rivendicazione dei diritti che non avevamo. Fu promotore di molte iniziative per favorire un progetto di riforma dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza che giunse nel 1981.

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Lettera scritta da un sedicenne a sostegno di tutti i poliziotti e carabinieri

Ricevo questa lettera, scritta da un ragazzo. Si chiama Umberto Viviani, vive nella provincia di Caserta, ha solo sedici anni e quando ne avrà l’età vorrà fare il poliziotto. È una lettera che ha inviato alle questure e agli uffici di Polizia e Carabinieri d’Italia. Molti Questori e Comandanti dell’Arma dei Carabinieri gli hanno dato riscontro con parole di grande apprezzamento per il senso civico che la lettera di un ragazzo esprime. 

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