Una giornata a Vibo Valentia Capitale del Libro, ricordando l’assassino di Annalisa Durante

Vibo Valentia, 29 marzo 2022. Torno a Vibo Valentia esattamente 47 anni dopo averla salutata. Qui, da Roma, arrivai nei primi anni ‘70 e ci ho lavorato per un certo tempo, quando di anni ne avevo appena venti.

Avevo lasciato la capitale, i colleghi e le amicizie che nel frattempo avevo costruito. Dalla stazione di Vibo – Pizzo Calabro percorsi in autobus la tortuosa via che a strapiombo sul mare si inerpica fino in città e poi al parco delle Rimembranze, dove presi alloggio e servizio in quella che era la caserma dell’allora Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza. Guardando il mare, percorsi quella strada con un nodo alla gola e qualche rimpianto lasciatomi alle spalle, ma mi ambientai anche qui e in poco tempo la città mi accolse.

Lasciai Vibo Valentia nel 1975 quando la mia destinazione fu Palermo e cosi, con quel nodo alla gola di quando arrivai, ripartii (accadde lo stesso quando lasciai Palermo per volare - letteralmente - verso altre destinazioni: evidentemente sono uno che si affeziona e gli prendono i nodi alla gola).

Questa mattina, dopo aver trascorso la notte nel miglior albergo della città, quello che nel piano di sotto ha la discoteca che al tempo frequentavamo nei fine settimana, ho percorso le vie di questa cittadina della terra che fu di Corrado Alvaro. Si, Corrado Alvaro, quell’intellettuale che sosteneva che “… la disperazione più grave che possa infondersi in una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”.

Ho percorso le strade che furono di Alvaro, il corso principale, la strada che percorrevamo più volte, su e giù, nelle ore libere e in compagnia di qualche coetanea. Ho respirato quell’aria che mi è sembrata ferma a quel tempo, anche se molte cose qui e dentro di me sono cambiate.

Qui il cambiamento è messo in evidenza dal fatto che questa è diventata persino Vibo Valentia Capitale del Libro , mentre nel frattempo qualcuno ha cominciato a chiamarmi scrittore, quando a quel tempo avevo solo la terza media e tante idee in testa.

Sono tornato a Vibo Valentia perché l’Amministrazione comunale, con la sindaca Maria Limardo e l’assessore alla cultura Daniela Rotino , hanno voluto che raccontassi ai ragazzi della loro città la storia di Annalisa Durante, la cui vicenda ho narrato in uno dei miei libri intitolato ALI SPEZZATE - Annalisa Durante. Morire a Forcella a quattordici anni Di Girolamo editore (ma questo lo sapete già). E la coincidenza ha voluto che fossi qui a parlare a dei ragazzini di una loro coetanea che proprio nelle stesse ore di diciotto anni fa esalava l’ultimo respiro e non per cause naturali, ma perché il proiettile di un giovane criminale l’aveva colpita alla testa.

E poi le storie che si incontrano e tra i relatori chi c’è? C’è il rettore dell’istituto italiano di criminologia Saverio Fortunato che scopro essere stato mio professore di Semeiotica del linguaggio a scienze dell'investigazione della Università dell’Aquila (presi trenta, con modestia, naturalmente) il quale non solo ha saputo tracciare le linee essenziali del mio libro, ma come professore di semeiotica ha dato il giusto significato a quelle che comunemente chiamiamo “vittime innocenti”, definendole “vittime infungibili”, cioè insostituibili e dotate di una propria individualità sociale.

Con l’intero Consiglio comunale in presenza e collegato in remoto, con gli interventi del presidente del Consiglio Comunale, Rino Putrino, del presidente della IV Commissione Politiche Sociali, Antonio Roschetti, e del responsabile cittadino di Libera, è stata davvero una magnifica mattinata di ricordi, di memoria e di impegno, proprio nel giorno in cui Annalisa moriva diciotto anni fa. Grazie a chi l’ha voluta e a chi c’è stato per ribadire ai ragazzi che non devono mai avere il dubbio che vivere onestamente sia inutile, anche in una terra dove nonostante Corrado Alvaro regna ancora una delle più pericolose mafie, la ‘ndrangheta.

Mimma Cacciatore , la dirigente dell’Istituto Comprensivo – Primo Circolo Didattico la cui quinta classe ha vinto il Premio dedicato ad Annalisa Durante, ha dato il là a questa giornata anche grazie anche alla mia amica Angela Iantosca che sulla ‘ndrangheta e su Annalisa ne ha scritto.

Grazie a Giovanni Durante per il suo esempio di padre che non molla e a Pino Perna presidente della Associazione Annalisa Durante che ci crede, entrambi collegati in videoconferenza.