Al Campania Libri Festival “È tempo di orientarsi”, è anche “Tempo di Librarsi”, ma forse sarebbe meglio organizzarsi

“È tempo di orientarti”, è stato uno degli slogan del Campania Libri Festival, il salone del libro che si è svolto dal 5 all’8 ottobre 2023. Un salone del libro - il terzo dopo il Napoli Città Libro Salone del Libro di Napoli dello scorso aprile alla Stazione Marittima e il Ricomincio dai Libri di una decina di giorni fa all’Archivio di Stato di Napoli – al quale hanno aderito, tra editori, librerie e enti istituzionali, un centinaio di espositori.

L’altro slogan della manifestazione libraria è stato: “È tempo di librarsi”. Tanti espositori, dunque, tanti eventi, tante presentazioni di libri, tanti dibattiti con sullo sfondo i portici, gli atri, i cortili e le sale del maestoso e suggestivo Palazzo Reale di Napoli.

Si direbbe: bene, finalmente a Napoli tanto fermento culturale, tante presenze, tanti libri, tanti autori, tanti lettori. No, non è stato, purtroppo, proprio così! Molte carenze organizzative e tanti punti certamente da migliorare e da tenere presenti per le prossime iniziative, per non incorrere negli stessi errori e nelle stesse imperfezioni. 

Innanzitutto in una città come Napoli, tre saloni sono troppi, soprattutto se si organizzano in tempi così ravvicinati (e in concomitanza con altri saloni in altre città d’Italia), ma da queste latitudini pare sia molto difficile mettersi d’accoro, entrare in sintonia organizzativa per dare vita a un grande salone del Sud, così come è quello del Nord, il Salone del Libro di Torino.

Detto questo, le carenze organizzative sono state davvero tante. Si può organizzare un evento di quella portata, destinando ai visitatori un solo bagno, divenuto, per forza di cose, putrido e puzzolente? No, non si può! Si può prevedere un solo punto ristoro fornito solo di cialde per il caffè, acqua e qualche croissant anche stantio? No, non si può! Da questo punto di vista si può certamente far meglio.

È tempo di orientarti, si diceva, ma i lettori che hanno voluto esserci in questi quattro giorni sono stati davvero messi nelle condizioni di orientarsi per raggiungere tutti gli stand degli espositori presenti alla fiera? Molte le lamentele in tal senso da parte dei visitatori che non sono effettivamente riusciti a orientarsi per giungere a quegli stand che sono stati letteralmente nascosti e relegati negli anfratti del palazzo, senza che fosse predisposta un’efficace segnaletica. 

Sarebbe bastato, tanto per fare un esempio, far seguire al percorso una numerazione che seguisse l’elementare senso logico della progressione numerica. Se si osservasse la cartina d’orientamento, infatti, si noterebbe l’illogicità del percorso tra gli stand che è stato progettato. Un percorso e una numerazione che ad un certo punto sembra terminare con una inversione a “U”, quando, in realtà, la presenza degli stand con la numerazione successiva, continuava in un corridoio a destra, buio e angusto, a ridosso di un rumoroso montacarichi per sollevamenti dei materiali del cantiere in corso. Così, con una tale architettura del percorso, ai visitatori sarebbe stato necessario letteralmente librarsi, levarsi in volo, per poter intercettare gli stand "cenerentola".

Altri stand sono stati collocati nei vicoli ciechi, in loculi chiusi, come li chiama Alessandro Campaiola della Mar dei Sargassi Edizioni. La Cafiero e Marotta del condottiero dell’impresa libraia a Napoli, Rosario Esposito La Rossa, è stata collocata in un passo carraio, davanti al continuo passaggio delle automobili e mezzi per il carico e scarico, con il rischio anche di essere investiti. 

Noi di Terra Somnia Editore - che per ovvie ragioni non possiamo sostenere direttamente una fiera dietro l’altra nello spazio temporale di una decina di giorni, avendo stabilito la nostra sede legale in Puglia (potrei pur dire le ragioni ideali che ci hanno indotto a fare questa scelta, ma evito di farlo qui, perché di noi vogliamo far parlare i libri che pubblichiamo) - abbiamo scelto di unirci ad APE Associazione Pugliese Editori, il cui stand è andato a finire nel luogo più isolato che potesse trovarsi, con uno scarsissimo risultato di vendite dei nostri libri.

Ma se in parecchi hanno risentito delle carenze organizzative qui descritte (vi garantisco non sono tutte), altri hanno beneficiato (non mi è dato sapere in base a quali criteri) di ampi spazi collocati nei corridoi principali e soprattutto nel cortile centrale, che sono notoriamente i luoghi dove si ha maggiore possibilità di effettuare delle vendite. 

Nel cortile centrale hanno per altro trovato spazio l’Arena Rai (oltre 10 metri quadrati), con attiguo lo spazio riservato alla casa editrice del consulente del Campania Libri Festival, un quanto mai inutile stand della Regione Campania (circa 12 metri), dove sono stati distribuiti gratuitamente libri pubblicitari di aziende vitivinicole e brochure varie. La Regione Campania, però essendo l’ente che ha tirato fuori i quattrini per questa fiera (non si comprende perché questa si e le altre fiere no; figli e figliastri?) la si poteva mai collocare in un posto altro? Qui hanno trovato spazio anche le librerie (ma è la fiera del libro o la fiera delle librerie con uno strapotere economico?) come La Feltrinelli (circa 14 metri) e la Mondadori, insieme ad altre (più o meno 14 metri). In tutto, a occhio e croce, almeno cinquanta metri occupati da soggetti che forse con la fiera del libro avrebbero ben poco a che fare e che hanno tolto spazio e opportunità a tanti piccoli editori presenti, ma nascosti.

A trovare gli slogan per le iniziative basta un po’ di fantasia e sarà pur tempo di orientarsi, come può essere anche quello di librarsi, ma credo sia il caso, prima di ogni cosa, di organizzarsi meglio.

di Paolo Miggiano