Antichi retaggi, duri a morire

Ho lavorato ben trentaquattro anni nella Polizia. Sono entrato nel Corpo delle guardie di pubblica sicurezza nel 1973 e mi sono battuto per la sua smilitarizzazione che avvenne nel 1981 e con essa il cambio di denominazione in Polizia di Stato, con tutti gli altri cambiamenti, ivi compresi i diritti e le denominazioni delle qualifiche.

Leggo il n. 10.2020 del mensile ufficiale della Polizia di Sato, Polizia moderna al quale, nonostante non rivesta più alcun ruolo nell’amministrazione da tredici anni, sono rimasto affezionato e, quindi, abbonato. Sfogliando la rivista sono giunto alla rubrica fotografica “Dal nostro album … e dai nostri lettori” dove vengono pubblicate alcune suggestive immagini del passato glorioso delle donne e degli uomini della polizia. Lo sguardo cade su una fotografia che raffigura alcuni piloti di elicottero salutati dal Papa Giovanni Paolo II; leggo la didascalia: “CHETIF (AO), 1987. Il papa (Papa con la lettera minuscola, va beh, ndr) Giovanni Paolo II ringrazia i piloti di elicottero, del 2° reparto volo – Milano Malpensa, che lo hanno accompagnato. Foto inviata dall’ufficiale pilota Giuseppe Pillitteri (il primo a sinistra)”.

Conosco Giuseppe Pillitteri e credo che prima del 1981 sia stato un ufficiale del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, ma con la riforma la sua qualifica ha assunto certamente un’altra denominazione, anzi dai distintivi di qualifica (poco di ordinanza) che Giuseppe Pillitteri porta affissi alla tuta da volo, nel 1987 (data in cui sarebbe stata scattata la fotografia) certamente rivestiva la qualifica di commissario del ruolo dei Commissari della Polizia di Stato (a meno che non avesse lo stesso optato per la permanenza nel ruolo ad esaurimento degli ufficiali, cosa che non mi risulta). Allora mi chiedo se l’immagine risale al 1987, perché oggi, nel 2020, sulla rivista ufficiale della Polizia di Stato, scrivere una didascalia indicando la qualifica di “ufficiale”? Qualche retaggio forse è ancora duro a morire! Ed è un vero peccato che anni di lotte per una polizia democratica, oggi, al di là di una denominazione di qualifica o di un ruolo, rischiano di essere vanificati da uno strisciante ritorno a certe autocratiche maniere che mi risultano essere gradualmente e da più parti messe in atto. In ogni caso buona lettura di Polizia moderna che offre sempre spunti di riflessione e argomentazioni interessanti.

di Paolo Miggiano